MONOTEISMO nella religione egizia

MONOTEISMO - L’ABATE prof. A. E. Drioton afferma: « Un numero impressionante di testi prova che gli Egiziani possedevano, già all’inizio dell’Antico Impero, una nozione filosofica di Dio sostanzialmente simile alla nostra: quella di un Dio nominato senza determinazioni (e per conseguenza concepito come unico) signore degli eventi, provvidenza degli umani, giudice e retributore delle buone e delle cattive azioni ».

È quindi erroneo attribuire al Faraone scismatico Amenhotep IV-Akhenaton l’introduzione di una dottrina monoteistica in Egitto. I più antichi testi infatti menzionano spesso Nether Uat o « Dio Uno », autogeneratosi e creatore dell’universo.

Anche gli dèi sarebbero stati creati da questo Dio Uno « nominando le proprie membra » e di conseguenza il pantheon egizio non fu che una « manifestazione individualizzata del Dio Supremo ». Presso gli strati inferiori della popolazione fu facile, per ignoranza, decadere nel politeismo, considerando le singole manifestazioni divine come divinità a sé stanti, oggetto di culto singolo. Lo stesso demiurgo assunse, nei vari sistemi teologici templari, nomi diversi: Ptah in quello menfitico, Ra o Atum in quello eliopolitano, Amon in quello tebano.