Segue da: Il ruolo di Young nella decifrazione dei geroglifici - parte1
Si potrebbe pensare che se il contenuto delle altre due iscrizioni era identico, la decifrazione della scrittura geroglifica e di quella demotica sia stata quasi banale. C’erano, invece, tre ostacoli non trascurabili. In primo luogo, il blocco di basalto era in condizioni tutt’altro che buone, come mostra la figura 46. Il testo greco consiste di 54 righe, delle quali appaiono danneggiate le ultime 26; quello demotico di 32 righe, delle quali le prime 14 sono lese nella parte iniziale (si tenga presente che i caratteri demotici e geroglifici si succedono non da sinistra a destra, ma nella direzione opposta); infine, il testo geroglifico è quello in condizioni peggiori: metà delle righe mancano completamente, mentre le ultime 14 (corrispondenti alle ultime 28 del testo greco) sono leggibili solo in parte. Il secondo ostacolo era che le iscrizioni demotica e geroglifica rimandavano alla lingua dell’antico Egitto, che nessuno parlava da almeno otto secoli. Sarebbe quindi stato possibile collegare alcuni simboli egiziani ad alcune parole greche, e comprenderne il significato; ma non sarebbe stato possibile ricostruire il termine corrispondente della lingua parlata. In altre parole, il possibile valore fonetico dei simboli sarebbe rimasto un mistero. Infine, la persistente influenza di Kircher spingeva ancora gli archeologi a ragionare in termini di semagrammi anziché di fonogrammi, cosa che scoraggiava ulteriormente dal tentare una decifrazione fonetica.