Il faraone era considerato il protettore dell'Egitto e nelle operazioni militari a capo dell'esercito che nei tempi più antichi era costituito principalmente da soldati arruolati localmente nelle varie regioni dell'impero egizio. Il sovrano aveva un gruppo di guardie personali composto da guerrieri selezionati sia tra la popolazione egiziana che tra quella nubiana.
Se nell'Antico Regno l'esercito era formato da reclute egiziane e volontari nubiani, nel nuovo regno diventò un'organizzazione formata da professionisti dotati di carri da guerra guidati da due soldati provvisti di arco, giavellotto o pugnale.
Il faraone divideva l'esercito in quattro armate che portavano i nomi degli dei Seth, Ra, Amon, Ptah. Ogni armata era ulteriormente suddivisa in 20 squadre ciascuna composta da 300 uomini.
Le truppe militari erano formate secondo una precisa gerarchia che comprendeva generali, comandanti di battaglione, capi di plotone, militari sopra carri da guerra e i porta vessilli oltre ai soldati della flotta navale che sui battelli controllavano tutto il corso del Nilo.
All'esercito si affiancava un numeroso gruppo di scribi che seguivano l'armata e svolgevano mansioni burocratiche, erano allo stesso tempo ambasciatori reali ed esperti contabili perché dovevano redigere dei bollettini militari dove erano riportati i dati dell'arruolamento e dell'assegnazione ai vari servizi militari di tutte le reclute.
La carriera militare era per l'uomo non istruito l'unica possibilità di raggiungere una posizione sociale agiata o di rilievo, l'esercito era composto da egiziani e nubiani che intraprendevano questa professione inizialmente costretti dalla chiamata alle armi obbligatoria.
I giovani di umili origini in cerca di fortuna erano attirati dalla carriera nell'esercito e questo fenomeno sociale era così evidente da costringere molti scribi a fornire un quadro preciso della vita del soldato. Alcuni antichi testi come le antologie delle “Miscellanee scolastiche” vengono descritte in modo sarcastico le condizioni di vita dei soldati, si legge:
Sempre in modo sarcastico viene descritto nelle miscellanee scolastiche la vita dei conduttori dei carri da guerra:
“Egli sperpera il suo patrimonio in un costoso carro che guida con impeto, quando riesce ad acquistare una bella pariglia di cavalli è pazzo di gioia e gira come un folle intorno alla sua città.. ma non sa che cosa lo aspetta in guerra.. “
Durante il regno di Amenofi III anche i prigionieri stranieri come Libici o Sudanesi venivano reclutati come soldati nell'esercito egiziano ottenendo in alcuni casi anche la libertà. Infatti i guerrieri che avevano manifestato coraggio e si erano distinti in battaglia ricevevano come compenso dei servi, ed erano premiati con delle grosse mosche in oro, armi in argento e gioielli. Il soldato che non aveva dimostrato particolari doti militari poteva condividere con il resto dei compagni d'armi il bottino di guerra che di solito consisteva nella spartizione del bestiame, del vestiario e gli ornamenti più semplici dei prigionieri asiatici. Alla fine della carriera militare al soldato semplice erano assegnati dei terreni di proprietà reale che poteva coltivare ma sui quali doveva pagare delle tasse. Queste terre rimanevano di proprietà della famiglia del soldato fin quando i maschi del nucleo familiare erano idonei ad essere arruolati nell'esercito.
Le punte delle frecce erano realizzate inizialmente in osso, in legno o in selce ma le più antiche dalla forma a foglia realizzate in metallo risalgono al 2000 a.C. Sotto l'influenza asiatica a partire dal Medio Regno furono utilizzati elmi e corazze da combattimento oltre che bracciali di cuoio per proteggere l'avambraccio dei soldati. Gli egiziani conobbero il carro da guerra solo dopo l'invasione degli Hyksos e fu utilizzato come arma a partire dalla XVIII dinastia. Il carro da guerra egizio era di solo due ruote e poteva trasportare solo due soldati in piedi: uno era il conducente del carro e l'altro era il combattente armato di giavellotto, arco, frecce e scudo.
Articolo a cura di Silvia B.