I miti e le divinità minori dell'antico Egitto

Seshat: la Signora delle Stelle Comprendere la cultura e l’arte dell’antico Egitto è impossibile se non si tiene presente che ogni aspetto della vita di questa affascinante civiltà era impregnato di credenze mistico/religiose. L’adorazione di una moltitudine di divinità fu la caratteristica principale della religione egizi.

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Il potere magico degli amuleti egizi

sogni Nell’Antico Egitto il mondo spirituale e quello reale erano indistinguibili infatti nella tradizione culturale di questo popolo gli dei popolavano il mondo reale e gli oggetti che utilizzavano erano colmi di potere magico. Venivano creati talismani che servivano ad attirare gli influssi benefici divini o astrali oppure erano prodotti amuleti che dovevano difendere chi li indossava dagli influssi maligni. Anche i profumi erano considerati veri e propri talismani dalgi antichi egizi, infatti si credeva che cospargendosi il corpo con unguenti si sarebbe goduto della protezione divina oltre che beneficiare degli effetti piacevoli offerti dalle essenze dei profumi.

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Bes, il nano

Bes è forse la più strana delle divinità dell'antico Egitto: un nano rappresentato in prospettiva frontale, con la faccia smisurata di un mascherone dai tratti ibridi scimmiesco-leonini e le gambe torte tra cui pende una lunga coda d' animale. Bes, è l'unica divinità rappresentata esclusivamente in prospettiva frontale, appartenne a una delle divinità minori più care alla fantasia popolare degli antichi egizi.

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La magia al servizio del faraone

magia Per comprendere al meglio la civiltà egizia è necessario ricordare l'importanza eccezionale che la magia rivestiva nella vita e religione al tempo dei faraoni. Anche a distanza di migliaia di anni e benché siano stati ritrovati vari documenti sull'attività magica in Egitto, il mondo dei sacerdoti/maghi resta ancora oggi avvolto in un velo di mistero.

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I gatti nell'antico Egitto

Scritto da Hotepibre
Bastet, dea Lunare dell'amore; è rappresentata come gatta o come antropomorfa con testa di gatta. Assurse a particolare fama nel periodo libico, quando Bubasti divenne capitale. Ad indicare che anche il rapporto amoroso è, fondamentalmente, un conflitto, valga l’antico detto: "Non si accarezza Bastet prima di aver affrontato Sekhmet" (dea della guerra) Gli Antichi Egizi tenevano in grande considerazione questo animale; gatta era la Dea Bastet e la stessa Sekhmet, sua sorella, era pur sempre un felino, una leonessa.

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Il gatto, lo spirito di Iside

Bastet Il falco, il serpente e il coccodrillo sono stati ritenuti animali sacri nell'antico Egitto, ma la popolarità e venerazione verso il gatto ha superato quella per qualsiasi altro animale. Il gatto era l'animale più diffuso fin dall'antichità e la sua fama crebbe nel tempo facendolo passare da animale sacro a vera e propria divinità, il suo culto si estese ben oltre i suoi confini dell'Egitto.

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Seshat: la Signora delle Stelle

Seshat: la Signora delle Stelle Gran parte dei monumenti dell'Antico Egitto sono legati, in qualche modo, alla religione e la loro costruzione ha avuto inizio sempre con una cerimonia chiamata come "Pedj - Shes" (alla lettera: “tendere un cavo”) meglio nota come rito del “tendere la corda” , di questa cerimonia si trova trova traccia in quasi tutti i templi dell'alto e basso Egitto.

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Il mito di Osiride

Si racconta che Rhea (Nut) si fosse unita nascostamente con Kronos (Geb), che Helios (Rà) si fosse accorto di ciò e avesse pronunciato contro di lei la maledizione di non poter generare figli né in un mese né in un anno. Ma anche Hermes (Thoth) amava la dea e si unì a lei. Dopo questo fatto, giocando a dama con la dea della luna Brett e strappandole la settantesima parte di ogni giorno, sommò tutte queste parti in cinque giornate e le aggiunse ai trecentosessanta giorni (dell'anno): per questo motivo gli Egiziani le chiamano ancora oggi "quelle aggiunte", festeggiandole come genetliaco degli dèi.

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