Risorse naturali e agricoltura dell'Antico Egitto - Caccia e pesca

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Oltre la coltivazione dei prodotti vegetali in Egitto si praticava fin dall'epoca preistorica la caccia e la pesca, attività che contribuivano al sostentamento alla popolazione fornendo carne e pesce. Il Nilo abbondava di pesci l'alimento base per le classi più umili e come confermano molti documenti ritrovati, veniva fornito ogni dieci giorni agli operai incaricati delle decorazioni delle tombe reali nella necropoli di Tebe una razione di diciotto chili di pesce.

Enormi stormi di uccelli migratori venivano catturati con reti e introdotti in branchi di oche ed anatre per essere allevati e fornire uova, carne e grasso.

Ingrasso Ibis
Ingrasso Ibis
Da alcuni dipinti della mastaba di Ti a Saqqara sappiamo che le gru selvatiche erano catturate ed ingrassate artificialmente prima di essere sacrificate ed anche i cigni, piccioni e pellicani erano allevati ma raramente offerti in sacrificio.

Ossa di maiale sono state ritrovate tra i mucchi di rifiuti dei villaggi operai di Amarna e Deir el Medina e fra le rovine del palazzo di Amenofi III sono state scoperte giare contenenti grasso di capra, bovino e montone.

Venivano allevati animali domestici come pecore, capre, asini e maiali mentre i bovini provenivano dalla Nubia i tori erano importati dall'Asia e successivamente introdotti in Egitto a scopo riproduttivo. I pesci, i volatili e tutti i tagli di carne venivano svuotati dalle interiora e conservati mediante essiccazione o sotto sale in vasi di ceramica sigillati.

Il latte era un prodotto importante dal quale si ricavavano formaggi e burro, quotidianamente si beveva latte di capra , asina, vacca o pecora ma il latte era anche ritenuto bevanda divina e utilizzato nelle cerimonie religiose, infatti si pensava che versare latte sulle offerte per i defunti potesse donare all'estinto il dono della rinascita.

Si praticava anche l'apicoltura e il miele ottenuto veniva utilizzato per dolcificare o produrre farmaci e cosmetici. Si producevano due tipi di miele: uno trasparente ottenuto riscaldando e filtrando il miele “grezzo” e privandolo della cera solida oppure un miele rosso che conteneva dei residui di favo.

L'Egitto presentava una grossa carenza di buon legname da costruzione che veniva importato dal Libano, gli alberi presenti erano l'acacia, il sicomoro, le tamerici che avevano un legname nodoso e poco elastico impiegato soprattutto per costruire mobili di uso domestico, mentre il legno di palma veniva utilizzata per costruire le travi dei soffitti delle case, scale, ceste e gabbie per uccelli.

Anche le canne ed i giunchi venivano impiegati per costruire oggetti in vimini come sgabelli, scatole, tavoli o cesti di varia misura.

Vari alberi erano considerati sacri come la persea (Mimusops schimperi) ovvero l'avocado egiziano, l'albero di Heliopolis identificato nella mitologia egizia come l'Ished , il sicomoro dedicato alla Dea Hathor che veniva chiamata anche “signora del sicomoro del sud” e un sicomoro centenario detto “albero della Vergine” che si trovava nei pressi di Heliopolis all'ombra del quale si pensava avesse riposato la Sacra famiglia durante la fuga in Egitto.

Un'altra preziosa coltivazione era quella del lino, lavorato mediante pettinatura degli steli per rimuovere i semi e macerando successivamente le fibre rimaste in vasche per poi essere trasformate in in fili di varia tipologia.

Esisteva un lino grezzo adatto alle vesti delle classi umili ed un lino pregiato particolarmente fine, il lino reale, dotato di una trama velata ricordato per la sua trasparenza anche nelle poesie erotiche egizie.

Nel Nuovo Regno gli uomini erano impegnati nella tessitura del lino come si vede nelle rappresentazioni delle tombe di Beni Hassan e si legge nei racconti di Erodoto che scrive...

“Gli Egiziani hanno in più casi costumi diversi dagli altri uomini... presso di loro le donne vanno al mercato ed esercitano i commerci e gli uomini siedono in casa e filano...”

Anche il lino dell'alto Egitto era apprezzato e fu utilizzato per confezionare degli abiti che il re Smendes inviò al principe di Byblos per ricompensarlo di alcune forniture di legno di alta qualità.

Gli abitanti delle oasi del deserto occidentale scambiavano con l'Egitto gli animali selvatici catturati negli wadi come antilopi e gazzelle in cambio di vino, cereali, frutta, pellame, sale, e minerali.

Anche le popolazioni del Sudan e della Nubia barattavano i loro prodotti con le merci dell'Egitto come armi, ceramiche, tessuti, mobili e proprio grazie a questi scambi commerciali l'Egitto divenne il più grande paese che esportava in tutto il Mediterraneo ebano, avorio, piume di struzzo, oro, ametista, e altre pietre preziose.

Articolo a cura di Silvia B.

Fonti:
Cibi e sapori del mondo antico (Cianferoni-Museo archeologico di Firenze)
L'antico Egitto (C.Alfred)

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