Aprile: la mostra Egitto in Veneto

Università degli Studi di PADOVA – Mummie, perle, sarcofagi, splendide stele dipinte, papiri: saranno più di 300 i reperti esposti nella mostra Egitto in Veneto distribuita tra i poli museali di Padova e Rovigo e che aprirà il 19 aprile 2013. Fin dall’antichità, come testimoniano gli scavi archeologici, Veneto ed Egitto sono stati indissolubilmente legati dai traffici commerciali che univano appunto l’area della laguna al Delta del Nilo.

Ma venete erano anche figure leggendarie che hanno legato il loro nome, a livello internazionale, a quelle terre lontane: il padovano Giovanni Battista Belzoni [Belzoni - Il gigante del Nilo] per primo entrò nella piramide di Chefren [Chefren], esplorò la Valle dei Re e Abu Simbel [Abu Simbel], mentre il rodigino Valsé Pantellini, avviata una fortunata carriera alberghiera in Egitto, divenne uno dei maggiori importatori italiani di antichità. La dedizione e lo studio per l’antica civiltà del Nilo si ritrovano anche in Carlo Anti, Rettore dell’Università di Padova dal 1932, che fu Direttore della Missione Archeologica Italiana in Egitto dal 1928 e che ivi scavò a Tebtynis, una cittadina nell’oasi del Fayum. Per la prima volta cinque sedi espositive del Veneto esporranno contemporaneamente i reperti dell’Antico Egitto arrivati nei secoli nelle loro collezioni. «Il patrimonio egizio in Veneto è costituito da numerosi materiali di varia tipologia, età, provenienza, luoghi di conservazione – afferma la curatrice della mostra Paola Zanovello – È un patrimonio diffuso nel territorio e lo spirito di questa mostra, distribuita su più sedi, mira proprio a rendere conto di questa peculiarità veneta. I reperti, molti esposti per la prima volta al pubblico, permettono di seguire il filo delle ricerche condotte tra Veneto ed Egitto, dai primi viaggiatori e scopritori, alle indagini sul campo in tempi più recenti; dalle collezioni ai sempre più numerosi materiali che provengono da contesti archeologici veneti, indizio delle prime relazioni commerciali e culturali tra grandi civiltà del passato». Incredibile è la vastità e la qualità dei reperti in mostra. Le collezioni ora visibili, ma per anni conservate per mancanza di spazi espositivi nei depositi dei musei, tornano alla luce come “nuove scoperte”.

Dai depositi emergeranno, finalmente restaurati, papiri, mummie, monili, frammenti di scritti e arredi funerari che forniranno una preziosa chiave di lettura sul periodo in cui erano in uso e faranno capire quella “passione” per l’Egitto che contagiò l’Italia dal Rinascimento fino all’Ottocento. Nelle sale del CAM dell’Orto Botanico di Padova, ad esempio, si potranno ammirare non solo una mummia e il suo sarcofago, ma anche la ricostruzione in 3D del volto della persona inumata grazie alla collaborazione degli esperti del Gabinetto Interregionale del Triveneto della Polizia Scientifica.

Al Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte del Liviano saranno invece esposti, tra gli altri, un flauto in canne, papiri, perle e frammenti di vasi, rinvenuti durante gli scavi archeologici in un’oasi egiziana, in cui sono incise e quindi “registrate” le vendite di vini. Al Museo Civico Archeologico una stele racconterà la storia di due sorelle della Padova romana devote alla dea Iside [Iside - divinità egizia], mentre un vaso in fayence, pasta silicea smaltata, dalla mirabile fattura ritrovato in una tomba romana via Acquette a Padova farà capire l’amore degli antichi per l’arte egizia. Al Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo verrà esposta, tra gli altri reperti, una stele dipinta dai colori colori brillanti che illustra l’incontro tra alcune divinità e un uomo. Con altri arredi presenti in mostra sarà ricostruita una tomba di Antico Regno e una cassetta di proprietà di un principe.

Il Caffé Pedrocchi con la sua Sala egizia è infine la chiave per capire il fenomeno dell’Egittomania, quella intensa passione che a partire dell’Ottocento fece del paese del Nilo un’ispirazione per l’arte e la cultura dell’Europa. «I materiali selezionati per la mostra vogliono essere la testimonianza concreta del legame che il Veneto ha stretto nel corso del tempo con quell’Oriente mediterraneo di cui è parte l’Egitto – dichiara Emanuele Ciampini, egittologo e curatore della mostra – Le ricerche promosse nel territorio, insieme con quelle condotte nelle stesse regioni che videro fiorire le civiltà del Nilo, vogliono essere il filo conduttore del percorso espositivo; i materiali esposti saranno così legati a vari aspetti della cultura faraonica, a testimonianza della ricchezza di un patrimonio di antichità egizie diffuso capillarmente nel territorio». La mostra è parte integrante del progetto EgittoVeneto, nato dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Padova e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, affiancate dal personale e dalle strutture della Regione del Veneto. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che lo ha selezionato fra i vincitori del “Bando Progetti di Eccellenza”.

La ricerca è coordinata scientificamente da Paola Zanovello, docente di Archeologia delle Province Romane presso l’Ateneo Patavino ed Emanuele Marcello Ciampini, docente di Egittologia nella sede veneziana e si avvale della collaborazione di Martino Gottardo, Claudia Gambino e Giulia Deotto, giovani studiosi delle due università. Lo scopo della mostra Egitto in Veneto e lo spirito in cui nasce la ricerca del Progetto EgittoVeneto sono quelli di far conoscere e progressivamente valorizzare l’ingente patrimonio egittologico ed egittizzante conservato in Veneto attraverso la catalogazione, il restauro e la restituzione al grande pubblico dei ritrovamenti archeologici. La mostra “Egitto in Veneto”, distribuita tra i poli museali di Padova e Rovigo, vedrà l’apertura al pubblico nella città patavina del Centro di Ateneo per i Musei dell’Orto Botanico (CAM) e del Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte dell’Università di Padova, del Museo Archeologico all’interno dei Musei Civici agli Eremitani e del Piano Nobile dello Stabilimento Pedrocchi, mentre a Rovigo ad essere protagonista sarà il Museo dei Grandi Fiumi che anticiperà l’apertura il 12 aprile 2013. Le sezioni tematiche degli spazi espositive sono “Esplorando l’Egitto: viaggio nella cultura egizia” al CAM, “ Il Veneto e l’Egitto nell’antichità: relazione e scambi” al Museo Archeologico dei Musei Civici agli Eremitani di Padova, “L’Egittomania a Padova” al Piano Nobile dello Stabilimento Pedrocchi, “Lo scavo e la ricerca archeologica patavina in Egitto” al Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte dell’Università e “L’Egitto all’Accademia dei Concordi di Rovigo” al Museo dei Grandi Fiumi.