Storia dei faraoni delle piramidi - pt5 - Hetepheres

Alla regina Hetepheres, quasi certamente la madre di Cheope, fu probabilmente dedicata la più settentrionale delle tre piramidi. Il caso ha poi voluto che Hetepheres diventasse una delle poche donne che hanno potuto emergere dalle tenebre della storia dell’Antico Regno.

E infatti, nel 1925, accadde che la zampa di un treppiede che un fotografo aveva collocato vicino alla piramide settentrionale, sprofondasse nella sabbia del deserto; questo insignificante incidente portò alla scoperta di un condotto, per altro sigillato, che conduceva a una semplice camera funeraria. Qui, riposti con cura, c’erano i resti del corredo funerario di Hetepheres, oltre al suo sarcofago vuoto e ai vasi canopi che contenevano ancora i suoi organi interni. Il corredo funerario comprendeva anche un baldacchino o una tenda smontata, due sedie e una portantina. Le parti in legno di questi oggetti erano marcite da tempo, ma restavano tracce sufficienti perché gli archeologi potessero ricostruire con una certa accuratezza il corredo di cui era stata dotata la regina.

Piccoli oggetti di uso privato rinvenuti nel ripostiglio comprendevano rasoi d’oro, coltelli, recipienti in alabastro con profumi e polvere per scurire le palpebre e inoltre una collezione di gioielli, tra cui facevano bella mostra braccialetti d’argento e ornamenti per le caviglie. Il tutto è ora esposto al Museo del Cairo. Se attualmente è impossibile ricostruire con una certa accuratezza la catena di avvenimenti che si sono succeduti dopo la sepoltura di Hetepheres, questa collezione incompleta, rovinata, che non comprende il corpo ma soltanto i vasi canopi con gli organi interni, costituisce ciò che resta di un corredo funerario reale su cui i ladri hanno messo le mani. Suo figlio Cheope volle essere certo di affrontare l’oltretomba ben fornito di imbarcazioni, sia reali che simboliche. Furono dunque scavate cinque buche, per altro vuote, a forma di barca, non lontano dalla rampa e dal tempio funebre, ma fuori dal muro di cinta che circonda l’intero complesso.

Il significato di queste barche fantasma ci sfugge, tuttavia se consideriamo che la piramide costituiva una sorta di porto simbolico, il punto di partenza per l’oltretomba, è possibile che la loro funzione fosse di consentire al defunto faraone di veleggiare verso il suo destino a fianco di Ra.

Al contrario, in due buche, strette e rettangolari, scavate parallelamente al lato meridionale della piramide, sono state trovate due barche, smontate ma dotate di tutto il necessario per la navigazione. Mentre una delle due non è stata toccata, ed è oggetto di un delicato progetto di conservazione, l’altra è stata completamente riassembiata e attualmente è custodita in un museo appositamente costruito a fianco della Grande Piramide. Fatta di assi di cedro legate insieme con corde di fibra, la barca è la copia in legno, in dimensioni naturali, di un’imbarcazione di canne di papiro, con tanto di cabina e con cinque remi su ciascun lato. Non sappiamo se dovesse servire al re nell’aldilà o se si trattasse piuttosto di un’imbarcazione che era stata effettivamente usata durante il corteo funebre.

Barca solare - Cheope
Barca solare - Cheope
Quanto alla Grande Piramide, non fu mai concepita come una costruzione che dovesse restare isolata. Essere sepolti vicino al faraone era considerato un grande privilegio e per questo motivo tutte le tombe reali dell’Antico Regno sono circondate dalle sepolture dei dignitari di corte che probabilmente speravano di condividere, sia pure in parte, le esperienze ultraterrene del loro defunto sovrano. Minacciare di negare il privilegio di essere sepolti nella necropoli reale — una minaccia pesante, usata talvolta dai faraoni per dare maggior peso ai propri decreti — era come mettere a rischio la prospettiva stessa di una possibile vita eterna.

Cheope
Cheope
Giza non fa eccezione e dunque anche qui troviamo le tombe dei cortigiani, suddivise a seconda del rango: a oriente della Grande Piramide ci sono le mastabe della famiglia reale e a occidente quelle dei dignitari, ordinatamente sistemate in file parallele. Sepolti sotto la sabbia del deserto, appena fuori dal recinto della necropoli reale, ci sono invece le tombe, molto più semplici, di coloro che avevano lavorato alla costruzione della piramide stessa. Il significato delle loro sepolture sarà esaminato più dettagliatamente nel prossimo capitolo.

Cheope regnò per circa cinquant’anni, o almeno così dicono gli egiziani. Alla sua morte gli succedette Chefren, suo fratello. Chefren seguì l’esempio del predecessore e volle anch’egli farsi costruire una piramide, le cui dimensioni tuttavia non eguagliarono quelle della tomba del fratello. Di questo sono certo perché le ho misurate entrambe io stesso. Il regno di Chefren durò cinquantasei anni e dunque in totale l’Egitto soffrì per ben centosei anni, durante i quali i templi restarono chiusi. Gli egiziani detestano a tal punto la memoria di questi faraoni che non pronunciano mai i loro nomi. Le Storie, Libro II, 127-128

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