Meryenmut: Racconto di un viaggio in Egitto

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19-07-2004. Ancora non ho preparato le valige e in fretta e furia io e mio marito le prepariamo. Bisogna portare tutto quello che ci potrà servire a riprendere ogni istante e catturarlo per sempre oltre che dentro di noi anche da far vedere agli amici e parenti, allora ecco qua l’immancabile fotocamera e la videocamera. Dopo pranzo si va via subito, il tempo di salutare mamma e parenti.

Meryenmut: Racconto di un viaggio in Egitto

Abu Simbel
Abu Simbel
Arriviamo all’aeroporto di Fiumicino e per me è la prima volta che salgo su di un aereo, immaginate la paura! Quindi passiamo al check in e andiamo verso l’aereo, un aereo della linea aerea Egypt air. Arriva il momento della partenza, sono le 19, io non potevo guardare fuori dal finestrino perché mi riusciva impossibile tanto le immagini di fuori si susseguivano velocemente! Ho dovuto aspettare che l’aereo fosse decollato per poter guardare oltretutto soffro anche di mal d’aria quindi …via con la prima pasticca! Sono le ore 11 ora locale e arriviamo a Luxor, scendiamo dall’aereo, un autobus ci viene incontro per portarci fuori dall’aeroporto. Appena scendiamo dal bus, un afa surreale ci invade, intorno a noi il caos più totale quando vediamo un omone con un cartello con su scritto Maxi Traveland, il nome dell’agenzia di viaggi. Lui si chiama Omar ed è un uomo nubiano e si vede. Mi piace, mi dà subito l’aria di uno alla mano e infatti è così. Saluta un suo collega e facendolo si porta la mano sul cuore, incredibile, bellissimo, un gesto che mi ha colpito. Poi ci porta a fare i visto. Usciamo dall’aeroporto e il cuore mi sta esplodendo:sono in Egitto ma ancora non ci credo! L’emozione è grandissima, immensa, credo che solo chi ama l’Egitto come me possa capire quello che stavo provando. Andiamo fuori e prendiamo il bus che ci porterà sulla nostra nave da crociera masi rivelerà tutto fuorché una crociera! Siamo un gruppo di 9 persone più Omar.

Arriviamo alla nave, bellissima, e appena entriamo i camerieri e tutto lo staff si mettono in fila per salutarci con un inchino. La loro educazione, il loro rispetto e la loro gratitudine nei confronti dei turisti è palese. Ci rechiamo in un salone dove ci offrono una sorta di aperitivi e ci portano le chiavi delle camere e dove Omar si presenta e ci fa un quadro generale di quello che sarà il nostro viaggio, poi andiamo a letto perché la sveglia per il mattino dopo è alle 5! Una piccola osservazione:oggi è il primo giorno della stagione Akhet, l’inondazione e mi piace il fatto che coincida col mio primo giorno in Egitto.

20-07-2004. Primo giorno di escursioni. Fatta colazione prendiamo il nostro bus per andare a visitare la Valle dei re e fuori troviamo un gruppo di bambini come li troveremo ovunque che chiedono denaro, anche solo 50 centesimi di euro. Per fortuna, sapendo questa cosa, mi sono portata da Roma un borsellino pieno zeppo di soldi spicci, così potrò fare contenti tutti! Il bus ci lascia all’inizio della vallata, percorriamo una strada affiancata da venditori di oggetti Egizi dove ci fermiamo per comprare qualunque cosa possa richiamare l’Egitto una volta tornati a casa. Arrivati al sito vero e proprio si comincia a respirare un aria diversa, un aria divina, magica, la grandezza di questa valle risuona dappertutto. Cominciamo ad entrare nella prima delle 3 piramidi che possiamo visitare. Entriamo e il mio cuore batte sempre più forte, sempre di più. Arriviamo davanti al sarcofago del re ed io ho avuto la bella idea di fargli una foto (non si potrebbe) credendo di aver disinserito il flash e invece così non è stato! Il guardiano della tomba mi sfila la fotocamera e mi dice che quando toglie il rullino me la ridarà ma io gli spiego che la fotocamera ha una scheda di memoria e non il rullino così gli chiedo come si può fare ma ci pensa mio marito!

Gli mette 10 euro in mano e la questione è risolta Usciti dalla tomba Omar ci rimprovera a ragione! Visitiamo altre due tombe poi alla fine chiedo ad Omar di chi è quella tomba con quella fila così lunga ma la risposta l’avrei dovuta sapere:era la tomba di Tutankhamon. Allora gli chiesi perché tra le tre tombe scelte per noi non c’era anche quella e lui rispose che quella tomba è si famosa ma ce ne sono tante come quelle visitate da noi che sono molto più belle. Andiamo via dalla valle e ci accingiamo a raggiungere il tempio di Deir el Bahari ma durante il percorso facciamo una sosta davanti ai colossi di Memnone. Le colossali statue assise alte 18 metri rappresentano e furono costruite da Amenhotep III ed erano a guardia del tempio che quest’ultimo fece erigere ma di cui purtroppo ne restano soltanto pochissimi resti quasi invisibili. Scattiamo qualche foto poi ripartiamo alla volta del bellissimo tempio della regina Hatshepsut. Il tempio è maestose e si innalza su tre terrazze le quali erano collegate fra loro da rampe ascensionali e ogni livello era introdotto da portici colonnati. In una parete interna del tempio possiamo ammirare l’impresa della regina nella spedizione nella terra eritrea di Punt. Ma la sala che mi ha colpito di più è quella situata sul lato destro al “piano terra” ed è l’unica che ha conservato quasi intatti i colori degli affreschi. Torniamo sul bus, pranziamo sulla nave (mio marito momenti vomita perché a lui le minestre come le fanno gli egiziani non piacciono quindi mangia poco e niente!), abbiamo tempo per un pisolino e poi pomeriggio Omar ci porta a fare una passeggiata in carrozza, che bello! E’ stata una nuova e bella esperienza, non c’ero mai stata in carrozza pur abitando a Roma, e rimango un po’ basita quando vedo il modo di guidare degli egiziani:sempre sulla corsia di sorpasso, se quello dietro ci suonava, noi ci mettevamo subito sulla corsia di destra, poi semafori inesistenti così come i vigili insomma il caos! Però tutto procedeva bene. Le carrozze ci accompagnano in una fabbrica di tappeti che visitiamo. Appena entrati notiamo subito che la stragrande maggioranza degli operai sono bambini. Uno in particolare spicca su tutti:è un bambino albino, l’unico che io abbia mai visto in vita mia ed è bellissimo. Una guida della fabbrica ci spiega come vengono fatti i tappeti e ci dice che per farne uno di un metro circa occorrono anche 3 mesi di lavoro. I bambini sono velocissimi, delle vere saette e ne rimango un po’ sconcertata. Finito il giro nella fabbrica la guida ci porta a vedere alcuni tappeti che possiamo acquistare.