Nascita e morte di una civiltà - La fine dell'antico regno

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Non sappiamo con esattezza che cosa abbia provocato la fine dell'Antico Regno e del suo sistema di potere altamente centralizzato, anche se una serie di piene poco abbondanti, causa di raccolti scarsi che finirono inevitabilmente con il provocare carestie, contribuirono ben poco ad aiutare un faraone in difficoltà a imporre con successo un'autorità sempre più debole su di paese sempre più insoddisfatto.

Il Primo Periodo Intermedio vide le diverse province rialzare la testa e i nomarchi, cui il potere spettava per diritto ereditario, acquistare via via più potere a mano amano che il crollo del governo centrale faceva sì che nessuno fosse più in grado di controllare l'intero paese. Sotto un certo punto di vista era come se le lotte per la supremazia, che avevano caratterizzato il periodo che precedette l'unificazione, fossero riprese un po' dovunque ora che le città-stato indipendenti tendevano a raggrupparsi nuovamente in vantaggiose alleanze politiche. Alla fine i centri di potere più importanti furono due e due furono anche le corti rivali: una dinastia tebana a sud e un'altra che controllava il nord dalla sua capitale di Herakleopolis.

Ancora una volta a trionfare fu la dinastia meridionale. A lungo andare i re tebani riuscirono a imporre la loro autorità su tutto il paese, spostandosi verso nord per fondare una nuova capitale a Ittaui, non lontano da Menfi, l'antica capitale, e creando una necropoli di piramidi nella vicina el-Lisht.
Gradualmente, poi, i nuovi faraoni, politici abili e astuti, presero una serie di misure volte a ridurre l'influenza dei nomarchi, il cui potere a livello provinciale costituiva una minaccia permanente all'autorità del sovrano.
Infine sotto Sesostri III una completa riorganizzazione del governo locale garantì che a partire da quel momento l'Egitto sarebbe stato amministrato da funzionari civili reclutati tra i membri della classe medio-alta, di fatto gli unici a disporre di un certo grado di istruzione, mentre il faraone avrebbe detenuto il potere supremo. Il Medio Regno ebbe anche la capacità di riprendersi dall'assassinio del suo fondatore, Amenemhat I, e poté godere di un periodo di stabilità interna e di espansione verso l'esterno. Fiorirono le arti e le lettere, si ebbe un aumento del commercio estero e si assistette a una serie di vittoriose campagne militari che gettarono le fondamenta dell'impero egiziano in Nubia.

In questo periodo gli scultori reali modificarono il loro approccio e l'immagine ufficiale del faraone subì – quanto meno ai nostri occhi – una sottile modifica: l'imperioso, autocratico semidio dell'Antico Regno si trasforma ora in un monarca più umano, oberato dalla responsabilità di prendersi cura del suo popolo.
Il Delta del Nilo era ricco e politicamente stabile: una meta sempre più allettante per i popoli semitici le cui terre, assai meno fertili, erano in quel momento minacciate da migrazioni di popolazioni provenienti ancora più da oriente.
Per tutto il Medio Regno giunsero dunque "asiatici" in misura via via maggiore e si stabilirono pacificamente nel nord dell'Egitto. Inizialmente assorbiti totalmente dagli abitanti dei villaggi e delle città, questi gruppi cominciarono poi a formare le loro comunità semi-indipendenti.
Contemporaneamente i governatori provinciali, non più disposti a tollerare la non ereditarietà della loro carica, iniziarono a ribellarsi. E questa instabilità politica, unita a una serie di piene abnormi e a litigi all'interno della famiglia reale, segnò l'inizio della fine. Il Medio Regno crollò, mentre l'Egitto si frammentava nuovamente.
Ebbe così inizio il Secondo Periodo Intermedio, durante il quale il regno nubiano di Kerma dominava nell'estremo sud, a Tebe regnava una dinastia egiziana e gli Hyksos, gli invasori semitici che si erano insediati nella regione del Delta, comandavano su tutto il nord da Avaris, la loro nuova capitale.
Gli Hyksos avrebbero regnato sull'Egitto settentrionale per più di un secolo, adottando i titoli tradizionali dei faraoni di origine egiziana. Si dimostrarono buoni sovrani. Durante il loro regno, il Delta prosperò, aumentarono gli scambi con l'estero, e numerose importazioni esotiche, tra cui nuove tecniche per la lavorazione della ceramica e del bronzo, furono di stimolo per gli artigiani egiziani.
Anche il semiprofessionale esercito egiziano trasse enormi benefici dal nuovo regime: la fabbricazione di armature, pugnali e spade subì un rapido miglioramento, e l'introduzione della bardatura per i cavalli, del carro da guerra a due ruote trainato da cavalli e dell'efficientissimo arco composito svecchiò la struttura militare, trasformandola in una temibile macchina da guerra.