Antico Regno (2778-2220 CA. A.C.)

Antico Regno L'Antico Regno della storia egizia comprende cinque secoli, durante i quali si succedettero quattro dinastie (dalla III alla VI). La capitale venne trasferita a Menfi (da cui la denominazione anche di regno menfita), città fondata a Sud del delta già nel periodo arcaico precedente. Si perfezionò anche l'organizzazione dello stato: i faraoni riuscirono a sottrarsi all'eccessiva dipendenza dal clero di Eliopoli (città dove vi era il santuario federale dei popoli d'Egitto) affidando al sacerdote più importante l'incarico di visir (primo collaboratore del faraone).

Lo stato, durante l'Antico Regno, iniziò a essere amministrato da una burocrazia sempre più efficiente, la cui base era costituita dagli scribi. Le cariche amministrative, comunque, non erano ereditarie, in modo che i governatori locali non potessero mettere in pericolo l'autorità del faraone.

Il secondo sovrano della III dinastia fu Djoser, che regnò dal 2737 al 2717 ca. a.C.; durante il suo regno, gli egizi cominciarono a essere impegnati sempre più spesso in spedizioni militari e commerciali. L'espansione militare si indirizzò a sud verso la Nubia, lungo la valle dell'alto Nilo, dove si compivano razzie, catturando prigionieri e bestiame. Sono note anche alcune spedizioni commerciali in Libano, da dove veniva importato il legname da costruzione, che scarseggiava in Egitto, e nel deserto del Sinai, che forniva pietre per l'edilizia, gemme preziose e metalli (rame e oro).

Complessivamente il periodo della III dinastia coincise con una grandissima fioritura anche culturale e artistica del paese. Nel monumentale complesso mortuario che Djoser fece costruire a Saqqara, l'elemento centrale – la sua tomba – era costituito da un'enorme piramide a gradoni; per realizzarla, l'architetto Imhotep usò blocchi di pietra, invece dei tradizionali mattoni di fango. Inoltre l'evoluzione delle credenze religiose in campo funerario portò gli egizi a perfezionare la tecnica della mummificazione.

La IV dinastia ebbe inizio con il faraone Snofru, che fece edificare a Dahshur (a sud di Saqqara) la prima piramide a facce lisce, sebbene non perfettamente triangolari. Primo sovrano guerriero del quale rimanga un'ampia documentazione, Snofru condusse una serie di vittoriose campagne militari in Nubia, in Libia e nella penisola del Sinai. Promuovendo il commercio e lo sfruttamento minerario, diede prosperità al regno. I successori di Snofru, Cheope (che regnò per più di vent'anni) e Chefren, fecero costruire le proprie tombe – monumentali piramidi – a Giza. La dinastia comprese anche il faraone Micerino (il quale regnò dal 2578 al 2553 ca. a.C.), che fece costruire la più piccola delle tre piramidi di Giza.

Di questi famosissimi complessi funerari quello meglio conservato è quello di Chefren, presso il quale si erge la nota statua di leone con volto umano (secondo la tradizione proprio quello del faraone), conosciuta con il nome di Sfinge.

Sotto la IV dinastia la civiltà egizia raggiunse un elevato sviluppo. L’altissimo livello toccato nelle opere ingegneristiche fu conseguito in ogni campo, dalla scultura alla pittura, alla navigazione, alle scienze. Gli astronomi di Menfi crearono per primi un calendario solare basato su un anno di 365 giorni, mentre i medici dell'Antico Regno acquisirono notevoli conoscenze nel campo dell'anatomia (in particolare sul sistema circolatorio del corpo umano) e della chirurgia.

Anche se la V dinastia riuscì a mantenere alto il livello di prosperità attraverso l'intensificazione degli scambi commerciali e le incursioni militari nei territori asiatici, i primi segni del declino dell'autorità regale si manifestarono attraverso il crescente potere assunto dagli alti funzionari statali e dagli amministratori delle grandi proprietà. A Saqqara, nella tomba dell'ultimo re della dinastia, Unas (che regnò dal 2428 al 2407 ca. a.C.), sono stati ritrovati alcuni testi religiosi, noti come i "testi delle piramidi", scolpiti sulle pareti della sua camera mortuaria, che testimoniano il graduale declino dell'istituto monarchico.

La decadenza del potere regio proseguì anche durante la VI dinastia: Pepi I, che regnò dal 2395 al 2360 ca. a.C., fu vittima di una congiura ordita dalla moglie. Si ritiene che durante gli ultimi anni di regno di Pepi II (2350-2260 ca. a.C.) il potere regale fosse di fatto esercitato dal primo ministro. Anche il controllo regio sull'economia fu indebolito dai numerosi decreti di esenzione dalle tasse promulgati per ottenere ampi consensi popolari.

I distretti assunsero rapidamente autonomia dal potere centrale, poiché i loro governatori iniziarono a restare per lunghi periodi nella stessa sede invece di venire trasferiti periodicamente.