Il cammino Egizio verso la civiltà - Le culture preistoriche

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Le culture preistoriche del Basso Egitto

Merimda Beni Salama, probabilmente il più antico sito egizio che possa dirsi con certezza neolitico, si trova nel Basso Egitto, lungo la costa occidentale del Delta del Nilo, vicino al suo vertice meridionale una cinquantina di chilometri a nord ovest del Cairo. Nuovi rinvenimenti in questo esteso sito archeologico consentono di identificare cinque fasi, la più antica della quali risale al VI millennio a.C. mentre le più recenti riguardano gran parte del millennio successivo.
La più antica Cultura di Merimda, mostra assai chiaramente un'impronta autonoma. Il materiale , rinvenuto – piatti, ciotole e coppie di una bella ceramica, fine, levigata o lucidata, con decorzioni incise a spina di pesce – rimanda, secondo gli archeologi, a contatti con l'Asia anteriore, come attestano anche le punte di frecce. Nella successiva fase culturale del sito, emergono anche – sotto forma di arpioni un osso e accette di pietra nubiana – testimonianze di contatti con il sud, che inducono a ricercare le basi delle culture preistoriche del Delta anche al di fuori dell'Asia anteriore.
Nelle aree degli insediamenti sono stati rinvenuti resti di capanne ovali, scavate nel suolo a poca profondità e protette dal vento grazie a strutture di canna.
Grandi cesti affollati nel terreno fungevano da sili per sementi e generi di prima necessità. Venivano allevati maiali, pecore e capre. La maggior parte della ceramica più tarda è costituita da un amalgama di argilla impoverito con fieno e paglia tritata. Questo metodo che conferisce un aspetto più grossolano, consentì comunque di produrre forme più capienti e, accanto a ciotole e asce, fogge più complesse, quali vasi e bottiglie. La produzione di utensili in pietra svolse certamente un ruolo importante nell'insediamento di Marimda visto che i giacimenti di selce abbondavano ai margini del confinante deserto. Gli abitanti delle zone del Delta centrale non avevano invece accesso a questa materia prima. Naquero così le condizioni per un vasto mercato del baratto. Di particolare interesse sono anche le testimonianze delle prime attività artistiche, come piccole figure di buoi in terracotta e una testa umana straordinariamente espressiva.
Nella zona dell'insediamento di Merimda sono state rinvenute numerose tombe. I morti giacevano in fondo a una fossa poco profonda in posizione rannicchiata, su un fianco. Dalle rare suppellettili funerarie non risulta alcuna distinzione sociale tra i vari individui. Inizialmente si è ipotizzato che essi fossero stati sepolti all'interno dell'abitato. Gli scavi più recenti hanno tuttavia messo in luce che nel lungo periodo in cui fu occupato l'insediamento le zone abitate si erano estese, le più tarde si sovrapposero alle aree precedente adibite alla sepoltura. Testimonianze archeologiche che corrispondono cronologicamente a quelle di Merimda sono presenti nel Fayyum e la el-Omari presso Heluan, a sud-est del Cairo.
La fase più recente della culture preistoriche del Basso Egitto, che corrisponde ai primi due terzi del IV millennio a.C., è invece rappresentata dal quadro archeolgico dell'insediamento del Maadi. Anche questo sito si trova a sud-est del Cairo; un vasto insediamento urbano e due necropoli annesse forniscono uno spaccato significativo della sua cultura materiale. Innanzi tutto una produzione di ceramiche dall'impronta assai peculiare. Molto significativo, sopratutto per l'epoca, e inoltre l'utilizzo massiccio di utensili di rame – aghi, lame e numerose asce, rinvenuti in grande quantità o la cui esistenza è comunque deducibile – in sostituzione degli analoghi attrezzi di osso o di pietra. Sono state inoltre ritrovate anche tracce di minerale di rame, probabilmente utilizzato come colorante per cosmetici.
Questi materiali indicano l'esistenza di intensi scambi commerciali con la Palestina meridionale e l'Asia anteriore. Tuttavia si possono anche rilevare connessioni con la cultura coeva dell'Alto Egitto: sono state infatti rinvenute numerose ceramiche altoegizie importate o copie locali a loro ispirate nonché tavolozze di scisto provenienti da quelle zone. Considerati nel loro insieme, questi reperti testimoniano che Maadi era un crocevia di scambi commerciali tra l'Asia anteriore e la valle del Nilo, legami che peraltro consentirono alle prime culture dell'Alto Egitto di accedere per la prima volta a questa zona geografica. Ulteriori scavi a Buto, nel Delta nordoccidentale, hanno svelato un orizzonte archeologico corrispondente alla Cultura di Maadi, dimostrandone la notevole diffusione geografica. Anche Buto fornisce importanti prove dei contatti intercorsi con l'Asia anteriore come, per esempio, i perni di terracotta simili ai chiodi di argilla usati in Mesopotamia, a Uruk, per decorare i templi.